Antico insegnamento filosofico e metafisico, l’alchimia affonda le sue radici già nell’età del ferro e in particolare nella cultura cinese, ove era basata sull’alternanza di due principi complementari chiamati Yang-Yin, in grado di produrre tra loro inversione di proprietà attive e passive.

All’interno della cultura mediterranea, fondatore dell’alchimia fu ritenuto Ermete Trimegisto, una figura con molta probabilità immaginaria, identificato, all’epoca dell’antico Egitto, con una divinità dalla conoscenza di tutte le arti e le scienze sacre e segrete della mummificazione dei corpi.

Avvolta da incertezza è l’etimologia del termine: deriva dall’arabo al-kimia, composto dell’articolo determinativo al e della parola kīmiyya, che vuol dire chimica, a sua volta traente origine dal greco khymeia (“fondere”, “saldare”, “colare insieme”). Ma alcuni studiosi ritengono che il termine alchimia provenga dall’egiziano khem, che significa nero, chiaro riferimento al colore del limo, la terra fertile lasciata dal Nilo dopo la piena, indicando dunque la “scienza della terra nera”.

Ed infatti gli alchimisti egiziani considerarono che la fertilità della terra del Nilo era dovuta all’”humus”, residuo della macerazione di foglie di alberi e animali morti; e considerarono altresì che gli animali erbivori si cibavano di piante, che quelli carnivori si cibavano degli erbivori, e che l’uomo faceva parte di questa catena alimentare, all’interno della quale ogni essere vivente, una volta decomposto, ritornava in questo “ciclo”.

Per evitare la “reincarnazione” dei resti umani dopo le periodiche trasformazioni dell’humus, gli alchimisti egiziani svilupparono allora l’alchimia per mummificare i corpi dei defunti, così che questi ultimi rimanessero inalterati dopo il decesso. Corpi mummificati, che furono dagli Egizi serrati ermeticamente all’interno di tombe.

Finalità dell’alchimia

Manifestatasi mediante svariate discipline, quali la chimica, la fisica, la medicina, l’astrologia, l’alchimia si propone il raggiungimento di diversi obiettivi: l’onniscienza, cioè il più elevato grado di conoscenza in tutti i campi della scienza, la panacea universale, ossia un “espediente” per curare ogni malattia ed allungare le aspettative di vita, e la ricerca della pietra filosofale, il grande segreto, il principio di purificazione di tutte le qualità, che avrebbe permesso la trasformazione di tutti i metalli in oro a partire dallo stato di materia imperfetta.

La pietra filosofale è assurta quindi al mistero da scoprire, che in realtà è quello dell’intelligenza della natura, da “favorire” ed agevolare perché siano accelerati i tempi della trasmutazione verso la perfezione.

Detto ciò, va tuttavia messo in evidenza come lo scopo dell’alchimia fosse in effetti per molti punti di vista uno scopo di carattere mistico-spirituale: essa, infatti, “comprendeva” un’esperienza di crescita, di evoluzione dell’essere umano, attraverso cicli di “morte e rinascita”, indotti nella mente e nel corpo.

Migliorare, purificare, elevare, sono le “parole chiave” del percorso alchemico, strettamente connesse da un lato ai concetti di morte, putrefazione, disgregazione, e dall’altro agli opposti concetti di resurrezione, fortificazione, sintesi. Un percorso di iniziazione, questo, che trova maggiore chiarezza e consapevolezza nel momento in cui l’iniziato prende coscienza interiore di ciò che i simboli base dell’alchimia intendono “comunicargli”. Simboli che oltre ad un riferimento prettamente materiale, di trasformazione fisica, possiedono un significato interno, “intimo”, relativo allo sviluppo spirituale.

Simboli base dell’alchimia

Abbiamo or ora considerato come il percorso alchemico presupponga la volontà di migliorarsi interiormente, e come i simboli base dell’alchimia siano, all’interno di questo percorso, raffigurazione del Sé più primitivo, più profondo, sia a livello interiore umano che chimico.

Il mondo dell’alchimia è ricco di significati nascosti, così che ogni elemento possiede una rappresentazione fisica ma anche filosofica, dando vita ad una stretta connessione tra la vita materiale e quella spirituale. Nei paragrafi che seguono esamineremo, singolarmente, i simboli base dell’alchimia, tenendo presente che ad un dato elemento possono corrispondere moltissimi significati, che ciascuno deve scoprire da sé, in considerazione del contesto di riferimento: è possibile, tuttavia, indicare un percorso interpretativo, ed evidenziare le qualità a cui un determinato elemento viene di norma associato.

Detti simboli – creati dagli alchimisti non solo per “tutelare” i propri esperimenti da occhi inesperti, ma anche per proteggersi dalla Chiesa, che combatteva chi praticava l’alchimia – mettevano in luce un concetto assai importante: alla nascita e dunque nell’aspetto primitivo, un qualcosa che si trasforma, attraverso il processo alchemico, diviene incorruttibile e superiore ad ogni altra cosa.

Sale

Rappresenta la saggezza statica, la quiete, la contemplazione, ed infatti è ogni cosa che dal Caos primordiale prende forma statica: il sale in alchimia è il principio stabilizzatore, la sostanza cristallizzata da cui tutto si genera, in virtù delle forze modificatrici dello zolfo e del mercurio, che agiscono all’interno ed all’esterno di esso. Ciò in quanto il mercurio è un elemento acquatico, lunare, femminile, simbolo dell’anima, e lo zolfo è un elemento maschile, emblema del fuoco e dello spirito. Il sale è dunque la forma, la materia.

Antinomio

Ha l’aspetto di un metallo, ma non reagisce chimicamente come questo elemento: l’antinomio rappresenta la natura selvaggia, animale, racchiusa in ciascun essere umano. E non è un caso che il simbolo dell’antinomio nel mondo animale sia il lupo.

Trattasi di un simbolo base dell’alchimia che facilita i processi di trasmutazione e di adattabilità; indica la strada che porta alla saggezza ed è emblema della libertà di spirito in contrapposizione alla materialità.

Arsenico

Elemento chimico, presente in tre gradazioni, giallo, nero e grigio, l’arsenico è adoperato, insieme ai suoi composti, come pesticida, insetticida ed erbicida.

In alchimia veniva utilizzato con finalità medicinali e magiche. E si diceva che un composto di arsenico e zolfo potesse indurre la trance, l’illuminazione e l’ascesi.

Rame

Di colore rossastro, e caratterizzato da un’elevata conducibilità elettrica e termica (solo l’argento, tra i metalli puri a temperatura ambiente, possiede una maggiore conducibilità elettrica), il rame è il più antico metallo adoperato dall’uomo.

Governato da Venere, tra i simboli base dell’alchimia, il rame è emblema delle stesse caratteristiche proprie del pianeta, e dunque dell’amore, della bellezza femminile, dell’equilibrio e della creatività artistica.

Talora associato alla lussuria ed ai piaceri che la vita offre, esso è ritenuto un aiuto per la guarigione e per la conduzione di una vita piena e soddisfacente.

Oro

Lucente, giallo, pesante, duttile e malleabile, l’oro è uno dei metalli più nobili presenti in natura, e come tale rappresenta la perfezione di tutta la materia.

In virtù della sua purezza, incarna l’obiettivo umano di conseguire la perfezione, sia a livello mentale che spirituale: basti al riguardo considerare che l’oro è l’unico metallo a non essere ossidato né eroso da acidi, dunque immutabile.

L’oro è ritenuto altresì in grado di favorire la guarigione, la crescita, la protezione e la conoscenza. Il corpo celeste ad esso corrispondente è il Sole.

Ferro

Uno degli elementi più diffusi nell’Universo, il ferro tra i simboli base dell’alchimia rappresenta la forza fisica, l’energia maschile, la potenza, nonché l’aggressività, la crescita e la dipendenza. Rappresentativo, d’altra parte, del pianeta Marte, come in astrologia, ne conserva tutte le caratteristiche che gli sono proprie.

Il ferro simboleggia anche la necessità di controllare gli istinti, lasciando ardere entro di sé la fiamma della passione. Favorisce infine il coraggio, la fiducia, la resistenza, la resilienza, la lussuria.

Mercurio

Associato all’omonimo pianeta, il mercurio è un elemento tossico, insolito, reperibile solo in forma liquida.

Uno degli elementi base dell’alchimia – come precedentemente sottolineato – esso assume diversi significati simbolici: elemento femminile, è associato alla mente, alla morte, al mistero e alla trasformazione. Dal punto di vista della pratica magica è legato all’arte della divinazione. Rappresenta altresì il viaggio e il movimento, sia di natura fisica che spirituale.

Piombo

Metallo denso, duttile, morbido e malleabile, dal colore bianco-bluastro, il piombo è uno scarso conduttore elettrico ed è molto resistente alla corrosione.

Dominato dal pianeta Saturno, tra i simboli base dell’alchimia rappresenta il sovrano delle tenebre, del buio, simboleggiando il processo della morte e della trasformazione.

Quale metallo tossico, il piombo raffigura con le sue impurità le imperfezioni, le “carenze” dell’animo umano, e la sua combustione produce metaforicamente una sorta di pulizia e di purificazione.

Se combinato con il ferro, il piombo può generare un metallo purificato, chiamato mercurio filosofico.

Magnesio

Il più leggero tra i metalli, il magnesio, di colore bianco-argenteo, riveste all’interno del processo alchemico un significato assai profondo, rappresentando l’eternità, la fiamma infinita, la continuità e l’ascensione. Ciò in considerazione del suo processo di combustione, che una volta avviato, risulta molto arduo da interrompere.

Fosforo

Dalla consistenza cerosa e dall’odore assai sgradevole, il fosforo allo stato puro è incolore e trasparente; a contatto con l’ossigeno si infiamma spontaneamente.

Dal punto di vista simbolico il fosforo trova il suo significato nella capacità di produrre una luce intensa durante la combustione. All’interno del processo alchemico è sovente associato all’illuminazione spirituale.

Platino

Metallo prezioso di colore bianco-argenteo, il platino è duttile e malleabile e molto resistente alla corrosione.

Tra i simboli base dell’alchimia, esso trae il suo simbolismo dalle caratteristiche fisiche che gli sono proprie: essendo molto resistente, rappresenta la determinazione, la tenacia, la grinta, il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Argento

Molto duttile e malleabile, dalla brillante lucentezza grigio-bianca, l’argento è, tra i metalli, quello caratterizzato da una maggiore conduttività elettrica.

Uno dei principali simboli basi dell’alchimia, dal punto di vista planetario l’argento è associato alla Luna, e dunque presenta le stesse caratteristiche tipiche di questo satellite naturale: intuizione, saggezza interiore, contemplazione, persuasione.

Simbolo di purezza, collegato al mondo divino e spirituale, il metallo in oggetto ha tra le sue qualità la guarigione, la divinazione, la fortuna, la ricchezza, l’amore, e favorisce la chiarezza, le visioni, la consapevolezza, la continuità.

Zolfo

Di colore giallo, reperibile sia nella sua forma pura che legato a qualche altro elemento, lo zolfo è un non-metallo inodore molto abbondante in natura. Essenziale per la vita, si trova in diversi aminoacidi.

Come precedentemente anticipato, assieme al sale e al mercurio, esso è uno dei tre elementi basilari della scienza alchemica, in grado di essere trasformato in qualunque altro metallo: nei procedimenti alchemici lo zolfo (spirito) è adoperato per la combustione, il mercurio (anima) per la plasticità, ed il sale (materia) per la solubilità.

Analogo maschile del mercurio – associato ad immagini femminili quali l’acqua e la luna – l’elemento in oggetto è simbolicamente legato al fuoco, al Sole, ai fenomeni vulcanici. Rappresenta anche la molteplicità della natura umana e la sua eterna aspirazione a conseguire l’illuminazione.

Stagno

Duttile e malleabile, di colore grigio-argenteo lucido, lo stagno non si ossida facilmente ed è molto resistente alla corrosione.

Dominato da Giove, tra i simboli base dell’alchimia questo metallo è in stretta relazione con il respiro, dunque anche con il soffio della vita. Simbolo di saggezza, logica, maturità e conoscenza, lo stagno è connesso alla capacità di mediazione, all’equilibrio e ad una visione filosofica della vita.

Zinco

Metallo moderatamente reattivo, che si combina con l’ossigeno e altri metalli, lo zinco era adoperato dagli alchimisti per preparare la lana dei filosofi, sostanza che si otteneva facendo fondere questo elemento portandolo all’ebollizione. I vapori che si sprigionavano nell’aria si trasformavano in fiocchi bianchi lanuginosi, raccolti poi alla conclusione del processo.