Nato nel 551 a.C., Confucio era un insegnante e filosofo cinese i cui principi possono ancora essere applicati a tutte le credenze e alle varie tradizioni cinesi di oggi, così come alla filosofia in tutto il mondo. Diamo adesso un’occhiata a dieci delle sue citazioni più famose che gli sono state attribuite, chiaramente sono tutte citazioni tratte da diverse fonti tradotte.

1. Goditi lo studio e il duro lavoro

Il grande maestro Confucio ha detto:

“Non è piacevole imparare con una costante perseveranza e applicazione?
Non è piacevole avere amici che vengono da luoghi lontani?
Non è un uomo di completa virtù, che non prova sconforto anche se gli uomini possono non prenderne atto?”.

L’idea fa riferimento al fatto che una persona che sente il successo grazie al duro lavoro, così come alla conoscenza, riesce ad ottenere il rispetto degli altri ed è quindi un uomo virtuoso. Questo anche se non ottiene fama dal suo lavoro.

2. Sii sincero e segui le pratiche dei nostri insegnanti

Il filosofo ci lascia anche questo:

“Mi esamino quotidianamente su tre punti:
se, nel trattare affari per altri, non sono stato fedele;
se, nei rapporti con gli amici, non sono stato sincero;
se posso averlo non padroneggiato e praticato le istruzioni del mio insegnante.”

Il filosofo qua si esaminava di continuo, ma sempre per assicurarsi di non essere mai colpevole di nulla che potesse causare dolore a lui o al prossimo.

3. Conosci il tuo prossimo

Una delle altre massime di Confucio la troviamo qui:

“Non sarò afflitto dal fatto che gli uomini non mi conoscano;
Sarò afflitto di non conoscere uomini.

Confucio ci vuole far capire che conoscendo gli altri intorno a noi saremo in grado di migliorare noi stessi. Senza la presenza degli altri, non siamo in grado di conoscere noi stessi.

4. Per insegnare agli altri hai bisogno di un miglioramento personale continuo

Altra grande massima:

“Se un uomo continua ad amare la sua vecchia conoscenza, in modo da acquisirne continuamente di nuove, può essere un maestro degli altri”.

Qua ci vuole far capire che, se rivediamo le nostre vecchie conoscenze, continuando ad imparare cose nuove, allora siamo in grado di insegnare agli altri.

5. L’apprendimento è possibile solo con la lettura e il pensiero

“Imparare senza pensare è fatica persa;
il pensiero senza apprendimento è pericoloso”.

L’apprendimento non avviene mai solo se si legge un testo, dobbiamo anche poter usare il pensiero per conferire un senso e considerare come va applicato alla nostra vita.

6. Conosci il modo giusto di vivere la vita

“Se un uomo al mattino ascolta nel modo giusto, può morire la sera senza rimpianti”.

Con questa sua frase, Confucio ci vuole dire di seguire il percorso corretto giorno per giorno, così che non moriremo con rimpianti.

7. Guarda agli altri per imparare lezioni su noi stessi

“Quando vediamo uomini di valore, dovremmo pensare di eguagliarli;
quando vediamo uomini di carattere contrario, dovremmo rivolgerci all’interno ed esaminare noi stessi”.

Se vogliamo siamo in grado di migliorare noi stessi guardando sempre i caratteri degli altri. Per cui, se vediamo una persona brava, allora dovremmo seguire il suo esempio.
Se, d’altra parte, ci rendiamo conto che stiamo davanti ad una persona cattiva, allora dovremmo guardare a noi stessi per imparare la lezione.

8. Sii vicino

“La virtù non è lasciata sola.
Chi la pratica avrà dei vicini”.

Se sei una persona virtuosa, ci saranno sempre persone che la pensano allo stesso modo intorno a te.

9. Fasi di conseguimento

“Coloro che conoscono la verità non sono uguali a coloro che la amano, e coloro che la amano non sono uguali a coloro che la apprezzano”.

10. Essere saggi e virtuosi

“I saggi trovano piacere nell’acqua;
i virtuosi trovano piacere in collina.
I saggi sono attivi;
i virtuosi sono tranquilli.
I saggi sono gioiosi;
i virtuosi sono longevi”.

La visione etica di Confucio è sempre andata contro la mentalità legalistica del suo tempo. Solo sotto l’imperatore Han Wu (r. 140-87 a.C.) il confucianesimo venne accettato come ideologia e ortodossia di stato. Proprio da quel momento in poi lo stato imperiale promosse i valori di Confucio per poter mantenere la legge, l’ordine e lo status quo.

Un po’ di storia del Confucianesimo

Nella tarda Cina tradizionale, gli imperatori cercarono di organizzare conferenze di villaggio sui precetti morali confuciani e di dare riconoscimenti civici a figli filiale e mogli caste. La famiglia imperiale e tutti i notabili sponsorizzarono la pubblicazione di libri di moralità che incoraggiassero la pratica dei valori confuciani.

Ad esempio, il rispetto per i genitori, lealtà al governo e mantenimento del proprio posto nella società. Anche gli agricoltori dovrebbero rimanere agricoltori e praticare l’etica dell’agricoltura. Questo lato del confucianesimo era conservatore.

Il polo interno del confucianesimo, invece, era riformista, idealista e spirituale. Generava un alto ideale per l’interazione familiare: i membri dovevano trattarsi l’un l’altro con amore, rispetto e considerazione per i bisogni di tutti. Prescriveva un nobile ideale per lo stato, dove il sovrano doveva essere un padre per il suo popolo e prendersi cura dei suoi bisogni primari.

Per cui richiedeva ai funzionari di criticare i loro governanti e rifiutarsi di servire i corrotti. Questa ala interiore e idealista generò una riforma confuciana conosciuta in Occidente come Neo-Confucianesimo. Il movimento ha prodotto riformatori, filantropi, insegnanti e funzionari devoti e filosofi sociali dall’XI al XIX secolo.

In conclusione

Le tensioni tra le realtà sociali e politiche e gli alti ideali morali dei confuciani erano una continua fonte di preoccupazione per i leader di questa tradizione. I pericoli della sterilità morale e dell’ipocrisia erano sempre presenti. Difatti, il confucianesimo, lo sapevano bene, fungeva sia da ortodossia statale conservatrice che da stimolo per le riforme. I grandi confuciani, come ovunque i capi religiosi, cercarono periodicamente di ravvivare e rinnovare il vigore morale, intellettuale e spirituale della tradizione. Fino al 1890, i cinesi seri vedevano il confucianesimo, nonostante i suoi fallimenti nel realizzare la sua società ideale, come la fonte di speranza per la Cina e il fulcro di ciò che significava essere cinese.

Sebbene dalla rivoluzione l’ideologia pubblica della Repubblica popolare abbia abbandonato gli insegnamenti confuciani, si può dire che c’è una continuità di forma: come il confucianesimo prima, il maoismo insegna l’impegno a trasformare il mondo applicando le lezioni dell’ideologia autopistica alla azioni e istituzioni della vita quotidiana. Questo per sottolineare che la via confuciana era virtualmente sinonimo di via cinese.