Dal latino aer e dal greco antico aèr, l’Aria rappresenta tutto ciò che è gassoso, inodore, insapore e comburente. Uno dei quattro elementi della natura – insieme all’Acqua, al Fuoco ed alla Terra – trae origine da un caos primordiale, ed è alla base delle cose e dell’organizzazione di tutto l’Universo.

In base alla tradizionale classificazione, l’Aria è il secondo elemento superiore, dopo il Fuoco, dall’importanza fondamentale in quanto al suo interno si verificano mutamenti che coinvolgono anche l’Acqua e la Terra. Questi ultimi, elementi passivi perché indicanti stasi, nonché inferiori rispetto ai primi, possono però agire sull’Aria e sul Fuoco, attirandoli a sé ed abbassandoli.

Vero e proprio “collegamento” tra il mondo superiore e quello inferiore, tra la spiritualità e la materia, l’Aria secondo gli Alchimisti possiede tre caratteristiche rilevanti: potenzia il cosiddetto umido radicale, è indispensabile per l’esistenza di ogni cosa, possiede una notevole quantità di Spirito dell’Universo.

L’Aria arricchisce e feconda l’Acqua, che dopo essere salita al cielo sotto forma di vapore acqueo, torna a terra con nuove qualità, grazie al contatto con il mondo superiore. Rende rigogliosa e fertile la natura. E rende possibile il suono: le onde sonore prodotte dall’apparato vocale o da uno strumento musicale necessitano difatti dell’Aria per diffondersi e giungere alle nostre orecchie.

Ed ancora, l’Aria dà vita ai venti, di cui i principali sono Noto, Borea, Zefiro ed Euro. Ad essa sono legati le silfidi, nome coniato da Paracelso, che vuol dire “farfalle”: si tratta di spiriti dell’aria appunto, creature evanescenti che dominano i cieli, ma anche i pensieri (poiché i pensieri sono inafferrabili come l’aria), le idee, i processi mentali.

La simbologia dell’Aria

Simbolo sensibile della vita invisibile, l’Aria è un elemento purificatore, rappresentante la linea di demarcazione tra terra e cielo, il “collegamento” tra mondo superiore ed inferiore, come sottolineato poc’anzi. In altre parole, il contatto tra spiritualità e materia.

Associata sin dalle origini della civiltà al concetto di soffio vitale, l’Aria è emblema della vita stessa e per alcuni filosofi presocratici addirittura il principio fondante della realtà.

In base alla tradizione alchemica all’Aria sono collegati il colore giallo e le due qualità dell’umido e del caldo, dove l’umido rappresenta la “versatilità” nei confronti dell’ambiente, ed il caldo simboleggia invece l’espansività, l’interesse verso il mondo esterno, il desiderio di “uscire da sé stessi” per andare “oltre”. Simbolicamente, unendo i principi dell’umido e del caldo, si produce l’Aria, asciutta, leggera e mobile, raffigurata dal Cerchio nel cielo.

Dal punto di vista geometrico, l’elemento in oggetto è rappresentato da un triangolo equilatero con il vertice rivolto verso l’alto, sbarrato orizzontalmente. Quale punto cardinale è l’est, come stagione la primavera, e quali gemme l’azzurrite e lo zaffiro blu.

Se consideriamo il campo astrologico, infine, i segni zodiacali corrispondenti all’Aria sono il Gemelli, la Bilancia e l’Acquario. Un’antica tradizione, poi, vuole che quando la Luna si trova nei segni d’aria, una maggiore possibilità di riuscita è garantita per ogni attività o consuetudine basata sull’aria stessa e sulla luce: dunque spolverare, aerare, fare gite, o purificare l’etere mediante incensi ed aromi.

L’elemento dell’Aria nelle diverse culture

Energia associata alla vita, al respiro, alla comunicazione, l’Aria ha assunto nelle diverse culture succedutesi nel tempo un ruolo altamente simbolico: spazio intangibile che avvolge e permea l’Universo, l’invisibile che si respira, dunque alito vitale in mancanza del quale la vita stessa non sarebbe possibile.

Presso i Nativi Americani lo “spirito dell’aria” è un vero e proprio messaggero divino, che sebbene ritenuto gentile e benefico, punisce i bugiardi ed i ladri colpendoli con malattie. Può causare anche maltempo e carestie.

All’interno della religione induista, Vajo è l’incarnazione dell’Aria, vita e respiro, sia cosmico che individuale; nei Veda – antica raccolta in sanscrito vedico di testi sacri dei popoli arii – si trova associato a Indra, signore della folgore e dio del temporale, della pioggia e della magia. E raffigurato come un uomo bianco a cavallo di una gazzella, con stendardo e frecce tra le mani, oppure mentre guida il carro volante di Indra stesso.

Nella mitologia cinese, infine, il dio del vento è Feng Bo (o Feng Po): chiamato “Conte del Vento” o “Anziano del Vento”, racchiudeva l’Aria all’interno di una pelle di capra, e seminava guai in giro.