È descritta con l’aspetto di un’aquila reale dal favoloso piumaggio: collo e testa dorati, corpo di colore rosso, ali per metà color oro e per l’altra metà color porpora, coda azzurra con penne rosee, lungo becco affusolato, due lunghe zampe e due lunghe piume – una rossa/rosa e l’altra azzurra – che le scivolano delicatamente giù dal capo.

Uccello mitologico simbolo non solo dell’eternità dello spirito ma anche di tutte le morti e rinascite che l’uomo compie durante la vita, la fenice è nota specialmente perché risorge dalle proprie ceneri: al termine del suo ciclo di vita – che dura 500 anni – essa costruisce un nido a forma di uovo intrecciando ramoscelli di piante balsamiche. Vi si adagia, lasciando che i raggi del sole la incendino e la consumino gradualmente, mentre intona un canto di rara bellezza. Dalle ceneri così prodotte, sorge una nuova ed ancor più meravigliosa fenice, e ciò spiega anche il modo di dire “rinascere dalle proprie ceneri”, per indicare un periodo turbolento della propria esistenza – sia esso relativo agli affetti, alla salute o alla sfera professionale – che non è tuttavia stato di ostacolo a una “rinascita”, a un “rinnovamento”.

La parola “fenice” deriva dal greco “phòinix”, che vuol dire “purpureo”,  cioè di colore rosso porpora, poiché nelle tradizioni dei miti antichi  la fenice veniva sovente raffigurata come un uccello infuocato. L’aggettivo “araba” – che si accompagna usualmente a detto animale mitologico – indica invece la sua provenienza, che Erodoto vuole sia l’Egitto.

La fenice nell’antichità

Come poch’anzi anticipato, la fenice simboleggia non solo l’immortalità dell’anima e la resurrezione, ma anche il trionfo e la rinascita a nuova vita: l’animo umano, infatti, pur provato dalle ferite di un qualsivoglia “conflitto”, è capace di risorgere più forte dopo una battaglia, di “risollevarsi” e continuare il suo cammino, perché “illuminato” da una nuova consapevolezza. Detta rinascita, detta “resurrezione”, è da intendersi quindi come cambiamento in primis interiore oltre che fisico, cambiamento che andrà man mano a modificare la percezione si sé stessi da parte del prossimo, da parte del mondo esterno.

Il collegamento con il fuoco, poi, dato dal fatto che la fenice brucia sé stessa in questo elemento, fa di questo uccello mitologico un emblema di luminosità, giustizia, coraggio, caratteristiche, queste, proprie del fuoco stesso. Ed ancora, un’immagine di passione, energia, purificazione, liberazione, forza vitale.

Simboli, questi, tutti sempre riscontrabili a prescindere dalla “collocazione” geografica, storica o culturale in cui la fenice è “calata”. Nell’antico Egitto essa prendeva in nome di Bennu, manifestazione del dio del Sole e rappresentata con l’emblema del disco solare: collegata alla ciclicità della vita, come morte e resurrezione, era presente in pitture parietali tombali quale immagine di rinascita. Inizialmente con l’aspetto di un passero e poi di un airone cinerino, nel mito Egizio la fenice risorgeva dalle acque e non dal fuoco.

Nella cultura ellenica è sempre simbolo di rinascita e di immortalità dello spirito, ma viene raffigurata come un uccello dalle piume purpuree con l’aspetto di un aquila.

Nella Roma antica la fenice rappresentava la resistenza e la potenza dell’Impero, mentre nella cultura giapponese era immagine per eccellenza del cambiamento ma anche di “allungamento” della vita, di longevità. In Cina, infine, l’uccello mitologico oggetto di trattazione poteva armonizzare yin e yang, ed era simbolo di unione.

Tatuaggio della fenice: simbolismo e significato

Emblema di immortalità e di resurrezione, ma anche di vittoria e di rinascita a nuova vita – come poc’anzi sottolineato – la fenice può rappresentare un cambiamento o un nuovo stile di vita intrapreso, e dunque si presta ad essere uno dei tatuaggi più richiesti, più gettonati: simboleggia difatti la vittoria contro ostacoli, o “demoni” interiori, apparentemente impossibili da superare.

Realizzabile sia in bianco e nero che a colori, in versione stilizzata o realistica, la fenice è un disegno molto versatile che garantisce un tatuaggio davvero unico nel suo genere e di forte impatto. Permette al tatuatore di dare massima espressione della propria creatività, inventando giochi di colore ed in particolare le sfumature più variegate.

In virtù delle sue forme affusolate, questo meraviglioso uccello può trovare “spazio” su ogni parte del corpo, tenuto conto anche delle zone meno sensibili e meno dolorose – trattandosi di un tatuaggio complesso, e dunque piuttosto lungo – o della visibilità che gli si vuol destinare. Generalmente, tuttavia, le aree del corpo maggiormente scelte sono due: gli arti e la schiena: un tatuaggio della fenice dietro la schiena “avvalora” la simbologia già intensa che le è propria, in quanto esprime la volontà di lasciarsi alle spalle le proprie “ceneri” e gli eventi dolorosi della vita, dai quali si è risorti con più energia e tenacia. La schiena, inoltre, essendo una zona del corpo molto estesa, consente di dare vita ad un disegno che rappresenti la fenice al meglio, in tutta la sua bellezza e maestosità, ed in tutti i suoi splendidi colori e movimenti.

Chi predilige le braccia o le gambe, invece, desidera rimarcare la simbologia connessa alla forza e alla velocità. Ovviamente la fenice è un tatuaggio che ben si presta ad essere realizzato sia su un corpo maschile che femminile, conservando intatta ed inalterata  tutta la sua grandiosità ed imponenza.