Rivelano le verità più profonde, i sentimenti più intimi, le emozioni più recondite, affidandosi al linguaggio dei simboli per comunicare al nostro io interiore ciò che nella vita quotidiana non siamo in grado ci comprendere sino in fondo, a causa di timori, convinzioni, schemi mentali che non riusciamo ad abbandonare.

I sogni aprono infatti porte ermeticamente chiuse quando siamo vigili, consentono di “accedere” ad una nuova consapevolezza e ad una nuova coscienza altrimenti non raggiungibili, sono “portatori” di significati intensi ed importanti, da non sottovalutare. Il mondo “interno” e quello “esterno”, sono, in altre parole, due facce della stessa medaglia, che si “condizionano” ed influenzano reciprocamente: ecco il motivo per il quale, mediante l’attività onirica, è possibile portare alla luce aspetti rilevanti dell’inconscio, che meritano la giusta interpretazione.

Ed in quanto connaturata all’uomo, l’attività onirica ha sempre accompagnato la vita di ciascun individuo: di essa si ha testimonianza sin da quando si ha notizie del genere umano, e sin da quel momento, ci si è chiesti quale fosse il “ruolo” dei sogni e la migliore modalità per entrare con essi in contatto.

Complesso e talora contraddittorio, il fenomeno onirico ha rivestito un’indubbia rilevanza nella storia dell’umanità, agendo tutt’oggi nella vita degli individui, quale depositario di miti e tradizioni. Ci occupiamo di questo aspetto nel paragrafo che segue.

Sogni: breve excursus storico-culturale

Come poc’anzi anticipato, i sogni hanno sempre fatto parte della vita dell’uomo: si sono ovviamente modificate le esperienze, ma i meccanismi della psiche e le elaborazioni dell’inconscio sono rimaste inalterate.

La prima testimonianza della presenza “cosciente” dell’attività onirica nel genere umano, può essere ritenuta quella dei disegni presenti nelle grotte di Lascaux, nella Francia sud-occidentale. Disegni abbozzati a carboncino sulla parete delle grotte stesse, che pare ritraessero un sogno, o in ogni caso il risultato di una fantasia o di un ricordo della caccia al bisonte.

All’interno della cultura babilonese, a seguito dell’introduzione della scrittura, compare la prima descrizione di un sogno nella leggenda “L’Epopea di Gilgamesh” (2000 a.C.), ove il principe incontra il suo alter ego onirico, Enkidu: dopo iniziali scontri, Gilgamesh adotta Enkidu come fratello gemello, con il consenso della madre, che ravvede nel sogno la profezia della futura forza del figlio.

La cultura sumerica, invece, è caratterizzata dal rituale dell’incubazione, in base al quale dormire in un luogo sotterraneo avrebbe consentito al sognatore di avvicinarsi alla parte più profonda del suo io, assicurandogli, dunque, sogni profetici.

Gli Egizi, profondamente interessati ai legami esistenti tra attività onirica e realtà, concepiscono il sogno come una sorta di “intromissione” degli dei nella vita degli esseri umani,  ritenendo, dunque, che l’interpretazione del sogno stesso avrebbe condotto alla conoscenza della volontà dei primi. Detta interpretazione adopera non solo immagini simboliche, ma anche determinati suoni ed assonanze di giochi di parole presenti durante il sonno.

Gli Ebrei, invece, ritengono il sogno diretta manifestazione della volontà di Dio, un Dio unico e onnipotente, che si palesava al popolo eletto attraverso l’attività onirica.

Ed ancora, continuando questo breve excursus storico-culturale, i Greci assegnano un posto di primo piano nell’interpretazione dei sogni alla pratica incubativa – già presente, come abbiamo visto, tra i Sumeri – al punto da farla diventare una vera e propria scienza, chiamata “Onirocritica”, cioè la scienza che studia i sogni.

Probabilmente il più noto onirocritico del tempo, è Artemidoro di Daldi, il primo a scrivere un testo relativo all’interpretazione dei sogni, nel quale organizza e sistema analiticamente il materiale onirico, utilizzando diverse classificazioni: sogni profetici – a loro volta distinti in diretti e simbolici – e sogni non profetici, definiti “insogni”.

Anche Aristotele si dedica alla fenomenologia del sogno, ma si distacca dalla concezione tipica di quei tempi: egli infatti sostiene che la capacità dell’uomo di prevedere il futuro non sia assolutamente connessa all’intervento divino, ma piuttosto “derivi” da una caratteristica connaturata all’anima, che riesce a “toccare” elevati livelli conoscitivi quando si stacca dal corpo. La qual cosa avviene, ad esempio, proprio quando si dorme, attraverso la produzione del sogno.

Nell’antica Roma, l’importanza precedentemente attribuita ai sogni ed alla loro interpretazione cede il posto alla convinzione che i sogni stessi siano mere manifestazioni di fantasia, semplici rielaborazioni di eventi verificatisi durante lo stato di veglia. E dunque, privi di alcun valore pratico sia per il sognatore che per la comunità.

Considerando invece l’età medioevale, lo studio dell’attività onirica è soggetto a considerazioni in contrasto tra loro, considerazioni che sono immagini delle stesse  contraddizioni tipiche di quel periodo. I sogni sono ritenuti, di volta in volta, premonitori e miracolosi, espressione di pura fantasia, benevoli o al contrario esternazione del peccato e dello stesso diavolo.

La cultura islamica, infine, vede i sogni occupare un ruolo di primo piano, rivelazione della verità, non solo spirituale ma anche inerente alle regole di convivenza per la comunità tutta.

Interpretazione dei sogni

Il breve excursus storico-culturale or ora illustrato evidenzia come l’interpretazione dei sogni affondi le sue radici in tempi molto lontano da quelli attuali, ponendosi quale modalità di previsione del futuro, o di “decifrazione” di messaggi inviati ai vivi da altre dimensioni.

Qual è, quindi, il significato dei sogni? Cosa rappresentano, e cosa intendono “comunicare”? Come anticipato ad inizio trattazione, essi sono espressione di tutto ciò che non siamo in grado di “afferrare” nella quotidianità, perché bloccati da paure e retaggi culturali o convenzionali. Freud e Jung, padri indiscussi della psicanalisi, hanno fornito, sull’argomento, validi strumenti di codifica, ed è su questi che concentreremo ora la nostra attenzione.

Per Freud il sogno costituisce un desiderio celato, non appagato nella vita reale: “scavare” nel sogno stesso, esaminarlo nelle sue tante sfaccettature, consente di accedere alla parte più profonda ed intima del paziente, lasciando emergere verità mai rivelate, o addirittura negate perché ritenute inaccettabili.

Il metodo delle libere associazioni – in base al quale il paziente associava il sogno alle idee che poco a poco si profilavano nella sua mente – è stato poi ripreso da Jung, uno degli allievi di Freud, che lo modifica solo in parte. Per lui, difatti, più che desideri nascosti, i sogni rappresentano la rilettura di un evento della vita, il diverso punto di vista in merito ad un individuo o ad un accadimento.

Sia Freud che Jung, tuttavia, concordano su quella che sarebbe una sana abitudine: annotare su un foglio bianco quelle che sono state le sensazioni lasciate al risveglio dal sogno, e quelle dallo stesso evocate, tentando di darne un significato attraverso libere associazioni.

Utilizzo dei simboli per una valida interpretazione dei sogni

Il loro essere così profondi, così “interiori”, richiede impegno e dedizione per una giusta comprensione del messaggio che recano. I sogni devono essere ascoltati – il che implica un atteggiamento intellettuale scevro di pregiudizi – ma vanno anche e soprattutto analizzati dal punto di vista della simbologia di cui sono “portatori”.

Grazie ai simboli, difatti, sarà possibile una maggiore conoscenza della propria persona, poiché durante l’attività onirica ciò che emerge è il proprio inconscio, l’io più vero: i simboli stessi hanno lo scopo di cercare di dare un significato a ciò che si percepisce dentro di sé ed attorno a sé. Ovviamente, fondamentale è il vissuto del sognatore ed il contesto emotivo in cui avviene il sogno: l’interpretazione dei sogni è una pratica personalizzata, sogni diversi possono avere in comune gli stessi simboli, ma in base a ciò che accade nella propria vita, lo specifico significato di quel simbolo cambierà.

Utile è “predisporre” un diario notturno per registrare la propria attività onirica, per comprendere l’attività del subconscio e cosa esso intende comunicare. Ed ancora, osservare ciò che si verifica nel sogno, chi è presente, le sensazioni evocate dal sogno stesso. Attenzione, poi, ai sogni ricorrenti, che indicano una problematica irrisolta, un probabile blocco psicologico o conflitto interno che richiede di essere preso in considerazione.